Caro alex85 ho letto la tua domanda e mi dispiace dissentire dagli altri Colleghi, perchè a me sembra una domanda ben posta. Sono d'accordo con te sia negli aspetti retorici che negli aspetti formali. Sul piano retorico concordo l'osservazione secondo cui una domanda tanto precisa che contentenga implicitamente la risposta, non è una domanda autentica ma è una domanda superflua.
La tua domanda, dunque, non è superflua ma è anche corretta dal punto di vista formale: ora ti spiego perché.
La progettazione di un quadrilatero articolato non è cosa semplice, per questo motivo porsi delle domande è lecito ed è giusto anche rigettare le risposte sbagliate.
Un meccanismo articolato dal punto di vista che tu poni, ossia quello che risalta il ruolo delle forze, è classificabile come un trasferitore, riduttore e/o moltiplicatore di forze nell'ambito delle differenti porzioni del suo movimento. Occorre quindi studiare bene dapprima le forze in gioco in relazione ad uno o più parametri del moto e solo successivamente è possibile iniziare a tracciare il meccanismo che realizza la dinamica desiderata. Il termine tecnico che trovi in letteratura non è "tracciatura del meccanismo articolato" ma è "sintesi del meccanismo articolato". I metodi di sintesi sono: grafici, analitici (vettoriali o con numeri complessi), numerici (esatti, per approssimazioni successive, per ottimizzazione del tipo Ricerca Operativa).
Un libro su cui si trovano scritte tutte queste cose (di cui ho letto approfonditamente qualche anno fa gli ultimi due capitoli) è "Meccanismi per Macchine Automatiche" UTET di Magnani e Ruggieri. Ovviamente come tutti i libri seri non dà alcuna ricetta ma comunque fa capire molte, molte cose belle ed interessanti.
Tuttavia, in pratica e cogliendo l'ottimo suggerimento dei colleghi intervenuti, anche col metodo grafico (i cosiddetti schemini), si possono fare diversi tentativi per avvicinarsi alla soluzione che si ritiene ottimale per il proprio caso.
Il metodo delle forze utilizzabile è sostanzialmente il metodo della ricerca grafica dell'equilibrio statico (anche se il problema non è di natura statica) nelle configurazioni ritenute significative.
Ciascuna asta (biella o manovella) e ciascun nodo, se sogetto a carichi esterni, dovrànno essere considerati separati dal sistema e assogettati alle forze agenti o reagenti, che si scambiano vicendevolmente. Tracciando parallelogrammi è possibile determinare i moduli, le direzioni e i versi delle reciproche reazioni interne incognite.
Mi sento di dover richiamare l'attenzione su un paio di indicazioni.
La prima consiste nel ricordare che ad una reazione su un elemento del sistema corrisponde una controreazione "uguale e opposta" sull'elemento al quale è collegato.
La seconda è che nelle bielle le forze non corrono lungo il loro asse ma corrono lungo la tangente ai cerchi d'attrito delle cerniere di estremità. Se le bielle sono corte saltare questa seconda considerazione potrebbe indurre in un errore nel dimensionamento del cilindro idraulico.
Scusate se sono stato lungo ma la colpa è di mia moglie che oggi ha acceso il computer su questo sito ed io purtroppo sono sempre prolisso; però vi voglio bene (gerod, non inviarmi ammonimenti). Ciao.
Ing. Cosimo de Gioia, Molfetta (Bari)
(così non si può dire che non mi sono presentato)