valeriogiampa
Utente poco attivo
- Professione: Ingegnere Elettronico
- Software: Cadence, DOORS, IAR, PSPICE, INVENTOR, LOGICLAB, PAGELAB
- Regione: Lombardia
Salve,
sto preparando un Fascicolo Tecnico di una macchina utensile portatile ai sensi della direttiva macchine.
La Macchina è stata progettata dal punto di vista dei componenti elettrici/elettronici, come assemblaggio di componenti commerciali venduti nel mercato europeo e che soddisfano singolarmente i requisiti di sicurezza previsti dalla direttiva bassa tensione e dalla direttiva compatibilità elettromagnetica.
La mia scelta di adoperare componenti già dotati di certificato di conformità alla direttiva compatibilità elettromagnetica è dovuta sia per un motivo di garanzia di qualità del prodotto e sia perché ritengo, come accade nel settore avionico, si possa procedere ad un approccio certificativo per similarità.
Il concetto è il seguente: i componenti utilizzati sono singolarmente stati testati e verificati di soddisfare i requisiti prescritti dalla direttiva compatibilità elettromagnetica. Prendendo in considerazione l'installazione elettrica di questi componenti (conforme allo schema di prova adoperato durante la loro certificazione) e attenendosi in modo rigoroso alle istruzioni predisposte dal fabbricante sul loro impiego (soprattutto per quanto concerne gli usi previsti e i limiti del componente), l'interazione elettromagnetica finale della macchina risulta identica a quella delle componenti adoperate al suo interno.
Pertanto se i singoli componenti rispettavano la direttiva sulla compatibilità elettromagnetica, anche l'assemblato finale rispetta la direttiva sulla compatibilità elettromagnetica.
Esiste qualche persona esperta sulla direttiva macchine e sulla direttiva compatibilità elettromagnetica per capire se l'approccio della Similarità sulla certificazione ampiamente adoperato in altri settori più critici se può essere applicato anche in questo settore?
sto preparando un Fascicolo Tecnico di una macchina utensile portatile ai sensi della direttiva macchine.
La Macchina è stata progettata dal punto di vista dei componenti elettrici/elettronici, come assemblaggio di componenti commerciali venduti nel mercato europeo e che soddisfano singolarmente i requisiti di sicurezza previsti dalla direttiva bassa tensione e dalla direttiva compatibilità elettromagnetica.
La mia scelta di adoperare componenti già dotati di certificato di conformità alla direttiva compatibilità elettromagnetica è dovuta sia per un motivo di garanzia di qualità del prodotto e sia perché ritengo, come accade nel settore avionico, si possa procedere ad un approccio certificativo per similarità.
Il concetto è il seguente: i componenti utilizzati sono singolarmente stati testati e verificati di soddisfare i requisiti prescritti dalla direttiva compatibilità elettromagnetica. Prendendo in considerazione l'installazione elettrica di questi componenti (conforme allo schema di prova adoperato durante la loro certificazione) e attenendosi in modo rigoroso alle istruzioni predisposte dal fabbricante sul loro impiego (soprattutto per quanto concerne gli usi previsti e i limiti del componente), l'interazione elettromagnetica finale della macchina risulta identica a quella delle componenti adoperate al suo interno.
Pertanto se i singoli componenti rispettavano la direttiva sulla compatibilità elettromagnetica, anche l'assemblato finale rispetta la direttiva sulla compatibilità elettromagnetica.
Esiste qualche persona esperta sulla direttiva macchine e sulla direttiva compatibilità elettromagnetica per capire se l'approccio della Similarità sulla certificazione ampiamente adoperato in altri settori più critici se può essere applicato anche in questo settore?