Del recupero se ne occuperà
Smit's World
Nell'articolo dove ne hanno parlato e linkato il sito, si accennava appunto ai metodi, che magari exatem ci illustrerà brevemente, quello del recupero vero e proprio attraverso pali messi i opera nella parte opposta dell'inclinazione come punto di appoggio, e i cassoni, e la demolizione sul posto facendo letteralmente a pezzi la nave, che viene ovviamente persa.
Interessante
questo articolo diciamo pù tecnico, dove si sottolinea l'architettura dei transatlantici di oggi, poco stabile e mirata al massimo confort e spazio più che alla sicurezza.
Il problema grosso adesso, oltre ai dispersi ovviamente, e probabili sopravvissuti che sono ancora dentro, è che giovedì è prevista una mareggiata, la nave è in bilico su due spuntoni, e se dovessero iniziare oggi a sversare il gasolio, improbabile, ci metterebbero due settimane!
Spero proprio che i serbatoi tengano.
A questo punto faccio una domanda tecnica: i serbatoi di queste navi, sono sigillati e chiusi come nelle auto, o hanno aperture di sfogo, di qualche genere, che in caso di ribaltamento permetterebbero al gasolio di uscire?
Mi riprometto di scrivere una descrizione maggiormente dettagliata ma comunque opggi in ufficio abbiamo fatto un rapido esame e ne è venuta fuori una discreta altezza metacentrica.
Nonostante l'opera morta sia molto maggiore rispetto all'opera viva (61 metri circa contro 8,5), una nave di queste dimensioni, larga 38 metri, mantiene una sufficiente stabilità trasversale.
Il problema si verifica quando lo squarcio raggiunge queste dimensioni. Con 70 metri di carena aperta, i locali che si sono allagati ne hanno compromesso l'assetto irrimediabilmente.
Leggevo poco fa che lo spazio necessario ad arrestare una nave come questa, è di 1 Km e mezzo quindi si consolida l'idea che anche se si sono accorti di quello che stava per accadere, i tempi di reazione non sono stati sufficienti. 290 metri di nave non li manovri in 150 metri, chiunque tu sia.
Per ora è prematuro esprimere pareri assoluti, ma rimengo dell'idea che la nave abbia tentato una rapida accostata a destra colpendo la roccia con la parte centro-poppiera. Da quello che ho letto la sala macchine era completamente allagata già dopo 20 minuti.
Per quanto riguarda i serbatoi (su una nave sono detti "casse"), sono ricavati nel doppiofondo di prora. Tutte le casse hanno necessariamente degli sfoghi di aria (non sarebbe possibile riempirli altrimenti) ma esistono sistemi di sicurezza.
Il grosso problema è il tempo.
Se il mare si mantiene in queste condizioni, verra forata la carena in corrispondenza delle casse e il carburante verrà aspirato.
Ma sono operazioni non semplici e lunghe.
Circa il rendere stagna la nave e pomare aria per svuotarla, beh, c'è una ultriore difficoltà.
Le navi da crociera hanno una infinità di finestrature, aperture, vetrate, ecc. ecc. per cui è impossibile pensare di chiuderle tutte.
Al momento attuale propenderei per la demolizione in loco.
C'è poi una considerazione di tipo scaramantico (per chi ci crede).
Se la nave venisse recuperata e riportata nelle condizioni antecedenti il disastro, quanti sarebbero disposti a pagare il biglietto per una crociera, considerato che ora è tacciata di essere una nave "sfortunata"? (dalla bottiglia che non si rompe al naufragio).