cheetah
Utente poco attivo
- Professione: Ingegnere Meccanico
- Software: Solidworks / Inventor
- Regione: Lombardia
Buongiorno a tutti,
essendo lettore di questo forum da molto tempo poiché lo reputo uno dei pochi validi italiani in ambito tecnico, ho deciso di registrarmi per partecipare attivamente alla community cercando di dare anche il mio contributo in futuro.
Apro questa discussione perché ora più che mai avrei bisogno di un consiglio importante su che scelta prendere per il 2023.
Prima di iniziare però, mi presento: sono un giovane ingegnere da sempre attratto dalla tecnica meccanica e automazione industriale/robotica. Ho iniziato il mio percorso studi in un istituto tecnico che mi ha permesso di iniziare (per fortuna) a gettare le basi quella che è diventata la mia professione, proseguendo poi per un percorso universitario quinquennale ad indirizzo tecnico meccanico, concludendo con l’esame di stato. Sono un ragazzo dal carattere dinamico e flessibile, adoro tenermi impegnato ed svolgere del lavoro extra, nel tempo libero cerco sempre di fare sport e mantenere relazioni sociali.
Ad oggi, possiedo un’esperienza di circa 2 anni in progettazione meccanica (macchinari industriali, carpenteria, dimensionamenti..) ma in questi ultimi mesi mi sto accorgendo che questo lavoro mi sta leggermente stretto come mansioni, mi piacerebbe avere più stimoli.
Sono una persona che ambisce un ruolo trasversale in azienda (come nel mio primo lavoro) e che messo a contatto con nuove discipline differenti, finisco per imparare il doppio. Ritengo non sia il mio stare in un’azienda di grandi dimensioni a svolgere spesso le medesime attività, mentre so benissimo che ci sono persone che preferiscono un ruolo di questo tipo.
Arrivando al centro della questione, la mia “fame” di conoscenza mi ha portato ad incontrare una piccola azienda che opera nel settore della robotica speciale, dove una persona come me sarebbe chiamata a progettare sistemi e isole robotizzate in team partendo da un foglio bianco con soluzioni “ad-hoc” + supporto al montaggio e installazione dei progetti. Dal momento che quest’azienda però accetta anche collaborazioni esterne, avrei la possibilità di avviare una carriera da libero professionista Ingegnere dedicando a quest’azienda all’incirca 25-30 ore settimanali, mentre nel tempo restante ho già qualcuno che chiede disponibilità per collaborazioni durature. Il fatturato principale chiaramente proverrebbe da quest’azienda, il che per me sarebbe una “tutela” poiché l’azienda è realmente interessata a me, tanto da avermi proposto anche un’assunzione ben retribuita.. l'idea di una collaborazione proviene da me, in modo da potermi muovere anche al di fuori dell'azienda e gestirmi.
Lasciando perdere l’aspetto economico, del quale ritengo sia una conseguenza e non il focus in questo momento, tra i tanti motivi che mi spingono ad aprire P.IVA (sono al corrente dei dettagli, assicurazioni, albo, costi, regimi e adempimenti... che ritengo più che favorevoli in regime forfettario) è la flessibilità e l’indipendenza che si creerebbero, i nuovi stimoli che quotidianamente vivrei. So bene che se un’azienda come la NASA venisse a chiedermi di progettare uno shuttle non ne sarei all’altezza data la mia esperienza, ma l’azienda con cui inizierei a collaborare sarebbe poi disposta a formarmi per una collaborazione continuativa.
(NB: da codice deontologico, non potrei nemmeno accettare incarichi senza avere le competenze)
L'alternativa a ciò, sarebbe quella di essere direttamente assunto e crescere all'interno di quest'azienda, probabilmente ricoprendo in poco tempo il ruolo di responsabile in quanto l'azienda sta gettando le basi per strutturarsi.
Giusto un'ultima riflessione: penso che nel peggiore dei casi il ritorno al lavoro dipendente sia sempre possibile.. l’unica cosa è che aprire p.iva prima dei 30 anni potrebbe essere diverso che farlo a 45, quando magari sulle spalle ho delle spese a cui devo necessariamente far fronte.
Avendovi fornito un quadro generale della mia situazione, viste le vostre esperienze, come la vedreste?
Vi ringrazio tanto in anticipo
essendo lettore di questo forum da molto tempo poiché lo reputo uno dei pochi validi italiani in ambito tecnico, ho deciso di registrarmi per partecipare attivamente alla community cercando di dare anche il mio contributo in futuro.
Apro questa discussione perché ora più che mai avrei bisogno di un consiglio importante su che scelta prendere per il 2023.
Prima di iniziare però, mi presento: sono un giovane ingegnere da sempre attratto dalla tecnica meccanica e automazione industriale/robotica. Ho iniziato il mio percorso studi in un istituto tecnico che mi ha permesso di iniziare (per fortuna) a gettare le basi quella che è diventata la mia professione, proseguendo poi per un percorso universitario quinquennale ad indirizzo tecnico meccanico, concludendo con l’esame di stato. Sono un ragazzo dal carattere dinamico e flessibile, adoro tenermi impegnato ed svolgere del lavoro extra, nel tempo libero cerco sempre di fare sport e mantenere relazioni sociali.
Ad oggi, possiedo un’esperienza di circa 2 anni in progettazione meccanica (macchinari industriali, carpenteria, dimensionamenti..) ma in questi ultimi mesi mi sto accorgendo che questo lavoro mi sta leggermente stretto come mansioni, mi piacerebbe avere più stimoli.
Sono una persona che ambisce un ruolo trasversale in azienda (come nel mio primo lavoro) e che messo a contatto con nuove discipline differenti, finisco per imparare il doppio. Ritengo non sia il mio stare in un’azienda di grandi dimensioni a svolgere spesso le medesime attività, mentre so benissimo che ci sono persone che preferiscono un ruolo di questo tipo.
Arrivando al centro della questione, la mia “fame” di conoscenza mi ha portato ad incontrare una piccola azienda che opera nel settore della robotica speciale, dove una persona come me sarebbe chiamata a progettare sistemi e isole robotizzate in team partendo da un foglio bianco con soluzioni “ad-hoc” + supporto al montaggio e installazione dei progetti. Dal momento che quest’azienda però accetta anche collaborazioni esterne, avrei la possibilità di avviare una carriera da libero professionista Ingegnere dedicando a quest’azienda all’incirca 25-30 ore settimanali, mentre nel tempo restante ho già qualcuno che chiede disponibilità per collaborazioni durature. Il fatturato principale chiaramente proverrebbe da quest’azienda, il che per me sarebbe una “tutela” poiché l’azienda è realmente interessata a me, tanto da avermi proposto anche un’assunzione ben retribuita.. l'idea di una collaborazione proviene da me, in modo da potermi muovere anche al di fuori dell'azienda e gestirmi.
Lasciando perdere l’aspetto economico, del quale ritengo sia una conseguenza e non il focus in questo momento, tra i tanti motivi che mi spingono ad aprire P.IVA (sono al corrente dei dettagli, assicurazioni, albo, costi, regimi e adempimenti... che ritengo più che favorevoli in regime forfettario) è la flessibilità e l’indipendenza che si creerebbero, i nuovi stimoli che quotidianamente vivrei. So bene che se un’azienda come la NASA venisse a chiedermi di progettare uno shuttle non ne sarei all’altezza data la mia esperienza, ma l’azienda con cui inizierei a collaborare sarebbe poi disposta a formarmi per una collaborazione continuativa.
(NB: da codice deontologico, non potrei nemmeno accettare incarichi senza avere le competenze)
L'alternativa a ciò, sarebbe quella di essere direttamente assunto e crescere all'interno di quest'azienda, probabilmente ricoprendo in poco tempo il ruolo di responsabile in quanto l'azienda sta gettando le basi per strutturarsi.
Giusto un'ultima riflessione: penso che nel peggiore dei casi il ritorno al lavoro dipendente sia sempre possibile.. l’unica cosa è che aprire p.iva prima dei 30 anni potrebbe essere diverso che farlo a 45, quando magari sulle spalle ho delle spese a cui devo necessariamente far fronte.
Avendovi fornito un quadro generale della mia situazione, viste le vostre esperienze, come la vedreste?
Vi ringrazio tanto in anticipo